Negli ultimi anni l’esigenza di ridurre le emissioni di CO2 nel settore dei trasporti ha spinto la diffusione delle auto elettriche, veicoli sempre più gettonati grazie agli incentivi pubblici per l’acquisto e alle numerose agevolazioni disponibili, dall’esenzione dal bollo agli sconti sull’assicurazione auto.
Tuttavia, poiché le vetture endotermiche rappresentano ancora la maggior parte dei veicoli circolanti, alcune aziende hanno sviluppato delle alternative ai combustibili fossili usati per l’autotrazione. Vediamo in particolare che cos’è il biodiesel e quali vantaggi e svantaggi comporta il carburante di origine vegetale.
Biodiesel: cos’è il carburante vegetale
Il biodiesel è un combustibile vegetale per i motori diesel, ottenuto utilizzando fonti rinnovabili come i grassi animali o gli oli vegetali di colza o di girasole. Le caratteristiche del biodiesel sono strettamente regolate dalla normativa europea EN14214, che definisce i requisiti che questi carburanti ecologici devono possedere per essere ammessi sul mercato.
Il biodiesel è dunque un olio vegetale sottoposto a specifici processi chimici, in cui vengono impiegate sostanze come l’alcol metilico o etilico per ottenere un liquido semi-trasparente con una viscosità simile al gasolio. Le norme europee consentono la miscelazione di biodiesel e gasolio normale, ma in percentuali minime fino a un massimo del 7% di biodiesel, una combinazione che rende questo biocarburante una sorta di additivo.
La produzione di biodiesel avviene partendo da materie prime di origine vegetale, perciò senza l’utilizzo di fonti fossili come il petrolio da raffinare. Gli scarti organici, i grassi animali e perfino le alghe vengono quindi lavorati in appositi impianti, dove viene ricavato l’olio vegetale privo di glicerina e aggiunto il metanolo, con una serie di processi chimici che consentono di arrivare al biodiesel come prodotto finito.
Il biodiesel può essere utilizzato diluito in diesel normale negli impianti di riscaldamento o nei veicoli con motore diesel. Alcune aziende però hanno messo a punto dei propulsori in grado di usare biodiesel puro, motori a combustione di nuova generazione che possono essere alimentati con biocarburanti avanzati, ma non sono ancora diffusi.
HVO: il biodiesel di ENI di ultima generazione
Uno dei prodotti più innovativi è il biodiesel di ENI chiamato HVO (Hydrotreated Vegetable Oil). Questo prodotto è stato realizzato attraverso il sistema brevettato EcofiningTM, una tecnologia che permette di trasformare le materie prime organiche di origine biologica come vegetali di scarto e grassi animali in biocarburanti di alta qualità.
Il biodiesel di ENI, dunque, è in grado di trattare non solo oli vegetali come avviene per i biocarburanti comuni, ma anche biomasse di vario tipo provenienti dagli scarti di lavorazione di vari settori e attività. Si tratta ad esempio di rifiuti organici ottenuti tramite la raccolta differenziata, oppure di scarti agricoli come paglia, gusci, sfalci verdi e glicerina grezza.
Il biodiesel HVO di ENI può essere usato diluito con il diesel normale, miscelato anche in percentuali superiori al 7% consentito dalla normativa europea e impiegato nei motori diesel moderni. L’azienda italiana commercializza questo prodotto con il nome HVOlution, ossia un diesel prodotto al 100% da materie prime rinnovabili che rispetta la normativa europea EN15940 sui gasoli paraffinici da sintesi.
La differenza tra biodiesel e carburanti sintetici
Per il momento la disponibilità di biodiesel è piuttosto limitata, nonostante si tratti di prodotti già pronti all’utilizzo su larga scala. La Commissione europea, infatti, ha deciso di puntare sugli eFuels al posto dei biocarburanti, inserendo i combustibili sintetici nella strategia UE per la decarbonizzazione insieme alle batterie elettriche per la mobilità sostenibile.
Sia gli eFuels sia i biocarburanti servono come alternativa ecologica ai combustibili di origine fossile, tuttavia per il momento sono stati preferiti i carburanti sintetici prodotti tramite elettrolisi dell’acqua. Questo processo consente di ottenere idrogeno, che viene poi miscelato con anidride carbonica catturata dall’aria fino a raggiungere un combustibile liquido compatibile con i motori a scoppio.
La decisione della Commissione europea è stata molto controversa, soprattutto considerando la maturità raggiunta dai biocarburanti come il biodiesel e il basso costo di vendita. Al contrario, gli eFuels richiedono molta energia per essere prodotti e un processo particolarmente complesso, due aspetti che rendono i carburanti sintetici molto costosi e non ancora pronti per la commercializzazione.
Quante sono le stazioni di biodiesel in Italia e dove si trovano
Per ora è possibile trovare in vendita in Italia il biodiesel evoluto di ENI HVOlution, infatti è disponibile da alcuni mesi presso 150 stazioni di servizio ENI in tutto il territorio nazionale. Il prezzo di questo biodiesel è competitivo, con un costo di appena 10 centesimi di euro in più rispetto al diesel normale intorno a 1,90 euro al litro, ed è utilizzabile nei motori diesel Euro 5 e Euro 6.
I vantaggi e svantaggi del biodiesel ecologico
Il biodiesel offre diversi vantaggi in confronto al diesel di origine fossile, infatti è considerato un carburante più ecologico e in linea con i principi dell’economia circolare. Innanzitutto permette di ridurre le emissioni di CO2 delle auto, tenendo conto che ENI dichiara una diminuzione delle emissioni di anidride carbonica nei veicoli che usano l’HVO fino al 90%.
In secondo luogo, il biodiesel ha un minore impatto ambientale, poiché la quantità di CO2 emessa è equivalente a quella che viene assorbita dalle piante usate per la sua produzione durante il loro ciclo vitale. Un altro vantaggio è l’utilizzo di materie prime rinnovabili, come gli scarti agricoli e i rifiuti organici della raccolta differenziata, evitando l’uso di nuovi terreni coltivati o di materie prime destinate al consumo umano.
Il biodiesel riduce l’importazione di combustibili fossili dall’estero, materie prime disponibili solo in pochi paesi del mondo, rendendo possibile a qualsiasi paese in possesso delle giuste tecnologie produrre questo carburante vegetale ecologico. Inoltre, può incentivare la raccolta differenziata e, grazie alla valorizzazione degli scarti prodotti dalle attività agricole, aumentare la redditività agricola.
Secondo la Commissione europea, lo svantaggio del biodiesel è l’impossibilità di garantire emissioni zero, ma su questo punto esiste un intenso dibattito internazionale. Chi sostiene i biocarburanti, infatti, ritiene che, considerando l’intero ciclo di vita dei veicoli, i mezzi alimentati con prodotti come il biodiesel siano meno inquinanti perfino delle auto elettriche, ad ogni modo ben vengano tutte le soluzioni che aiutano a spostarsi in modo più ecologico e ridurre le emissioni nocive.
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