Cos’è l’indennizzo diretto e come funziona

Scopri in questo articolo in quali casi si ha diritto all'indennizzo diretto in caso di sinistri, quali sono i termini e come richiederlo.

Il risarcimento diretto consente di ricevere la liquidazione del sinistro stradale da parte della propria compagnia assicurativa. In questo modo non è necessario rivolgersi all’assicurazione della controparte, velocizzando l’intero processo di liquidazione del danno.

Questo procedimento è applicabile soltanto in alcuni contesti, tuttavia garantisce una serie di vantaggi importanti. Ecco tutto quello che c’è da sapere in merito a come funziona l’indennizzo diretto.

Che cos’è l’indennizzo diretto

L’indennizzo diretto è una procedura semplificata per l’ottenimento del risarcimento dei danni. Questo sistema è stato introdotto il primo febbraio del 2007 con le norme contenute all’interno del decreto Bersani (DPR 254/2006), per consentire di richiedere la liquidazione del danno alla propria compagnia assicurativa invece di rivolgersi a quella della controparte.

Il risarcimento diretto si appoggia sulle regole della CARD (Convenzione tra Assicuratori per il Risarcimento Diretto), una convenzione che permette agli assicurati di usufruire di tempistiche di rimborso più veloci. Per beneficiare di questo servizio la compagnia deve far parte dell’accordo, tuttavia basta controllare le liste aggiornate dell’ANIA (Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici).

Per quanto riguarda le società italiane, sono obbligate ad aderire al sistema CARD, mentre per quelle straniere l’adesione è facoltativa. Per questo motivo è importante verificare la partecipazione della compagnia estera, qualora si possegga una polizza stipulata con un’impresa non italiana, verificando sul sito web dell’ANIA oppure sul portale web dell’IVASS.

Il risarcimento diretto nei sinistri stradali

L’applicazione dell’indennizzo diretto ai sinistri stradali avviene soltanto in alcune circostanze, in particolare dopo un urto tra due veicoli coperti da una polizza RCA obbligatoria. In questo caso, però, i veicoli devono essere stati immatricolati in Italia, oppure nelle zone incluse nella convenzione tra cui la Città del Vaticano e la Repubblica di San Marino.

Come accennato, le compagnie assicuratrici devono aderire alla convenzione CARD, inoltre entrambi i veicoli coinvolti nell’incidente devono essere stati identificati attraverso il numero di targa. Naturalmente il sinistro deve avvenire sul territorio italiano, oppure nella Repubblica di San Marino o nella Città del Vaticano, senza nessun coinvolgimento di altri veicoli.

Con il risarcimento diretto possono essere liquidati alcuni danni risarcibili, tra cui quelli subiti dal veicolo del conducente assicurato con la compagnia aderente al CARD. Rientrano nella modalità veloce di rimborso anche i danni alle cose trasportate, se di proprietà del titolare del veicolo o del guidatore e le lesioni con danno  biologico e invalidità permanente fino al 9%.

Indennizzo diretto: quando non si applica

In alcuni casi non è possibile usufruire del risarcimento diretto, poiché non si può utilizzare questa procedura ed è necessario seguire le regole del risarcimento ordinario. Si tratta ad esempio degli incidenti senza urto tra i veicoli, incidenti in cui sono coinvolti altri veicoli o mezzi immatricolati all’estero, oppure con presenza di ciclomotori sprovvisti della nuova targa, macchine agricole o veicoli speciali.

Allo stesso modo è prevista l’esclusione dell’indennizzo diretto per gli incidenti avvenuti all’estero, oppure con un veicolo senza copertura assicurativa che richieda l’attivazione del Fondo di Garanzia. Restano fuori anche le lesioni permanenti dei conducenti, purché venga riconosciuto un danno biologico di oltre 9 punti percentuali per l’invalidità permanente.

Come funziona il risarcimento diretto

Qualora sia applicabile l’indennizzo diretto, il danneggiato non responsabile del sinistro può rivolgersi direttamente alla propria compagnia assicurativa, per richiedere il rimborso del danno senza contattare la società della controparte. Nella richiesta bisogna fornire alcune informazioni, tra cui le proprie generalità, il valore del danno subito e/o delle lesioni riportate con comprovazione del referto medico e una descrizione dell’accaduto.

In particolare, la domanda di risarcimento deve contenere:

  • targhe dei due veicoli;
  • nomi e cognomi degli assicurati;
  • indicazione delle rispettive compagnie assicurative;
  • descrizione delle dinamiche dell’incidente;
  • data e luogo dell’incidente;
  • firma dei conducenti coinvolti nel sinistro (sole se compilata la Constatazione Amichevole d’Incidente).

La compagnia deve rispondere entro 90 giorni in caso di lesioni fisiche, oppure non oltre 60 giorni per danni materiali, che si riducono a 30 giorni in caso di compilazione della Constatazione Amichevole d’Incidente. Ovviamente la persona coinvolta nel sinistro deve mettersi a disposizione della società assicurativa, per consentire l’ispezione del veicolo da parte di un perito, oppure sottoporsi a una visita medica, se richiesto dalla compagnia, per l’attestazione delle lesioni fisiche.

Una volta ottenuta l’offerta dalla propria assicurazione è possibile accettarla o rifiutarla, ricevendo nel primo caso il pagamento dei danni entro 15 giorni. In caso contrario è possibile citare in giudizio la propria compagnia, intraprendendo un’azione legale per richiedere il riconoscimento dell’entità del danno e il rispettivo risarcimento, oppure avvalersi di procedure alternative, come la conciliazione e la negoziazione assistita.

Indennizzo diretto: condanna in solido del responsabile

Una questione particolare riguarda il responsabile del sinistro stradale, nel caso in cui la persona danneggiata nell’incidente voglia intraprendere un’azione legale sia nei confronti della propria compagnia sia dell’altro conducente coinvolto nel sinistro, ad esempio in seguito alla negazione del risarcimento. 

Questa situazione prevede una doppia citazione, infatti è possibile citare la propria assicurazione e il guidatore che ha provocato l’incidente stradale, ossia il responsabile civile del sinistro. Ovviamente bisogna considerare i costi processuali e le tempistiche della causa civile, con una durata che può andare da 6 mesi fino a 2 anni, a seconda del Tribunale.

In alternativa, sono disponibili altre soluzioni se non si è soddisfatti dell’importo liquidato. La prima è la procedura di negoziazione assistita, per risolvere la controversia in modo amichevole tramite il supporto di legali, con una durata che può andare da 30 a 90 giorni. In questo caso viene proposto un accordo per evitare il giudizio civile, con l’obbligo di risposta dalla controparte entro 30 giorni.

La seconda è la procedura di conciliazione per le controversie, una modalità disponibile per risarcimenti di valore fino a 15 mila euro, il cui vantaggio principale è l’assenza di costi accessori per l’assicurato. Anche la conciliazione paritetica consente di evitare le vie giudiziarie: basta rivolgersi ad un’associazione dei consumatori e attendere la risposta della compagnia entro 30 giorni.

I vantaggi dell’indennizzo diretto

Senza dubbio, la procedura di risarcimento diretto offre diversi vantaggi rispetto al procedimento ordinario, infatti permette al danneggiato di richiedere il rimborso del danno direttamente alla propria compagnia assicurativa. Questa soluzione consente di agevolare la liquidazione, con tempi più brevi e una burocrazia più snella.

Allo stesso tempo la domanda per l’indennizzo diretto è abbastanza semplice, con risposte veloci da parte della società assicurativa. Inoltre, non bisogna sostenere costi accessori ed esistono meno probabilità di controversie legali, mentre con un sistema tradizionale per la richiesta del risarcimento le spese da sostenere e le problematiche possono essere più complesse e onerose.

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