La reimmatricolazione di un’auto storica è un processo che dipende dallo stato giuridico del veicolo e dalla disponibilità della documentazione originale, ma diventa necessaria quando il veicolo perde la documentazione essenziale, come la targa, il libretto di circolazione o il certificato di proprietà.
È importante considerare che un’auto che ha superato i vent’anni dalla data di costruzione può essere iscritta in uno dei Registri Storici riconosciuti (ASI, FMI, Registro Storico Fiat, Lancia e Alfa Romeo).
Una volta iscritta, essa acquisisce lo status di “veicolo di interesse storico e collezionistico”.
Decreto Targhe Storiche
Per i veicoli storici, il processo di reimmatricolazione è stato recentemente modificato con l’entrata in vigore del decreto ministeriale 469 c.d. “targhe storiche”.
La normativa, entrata in vigore il 25/11/2023, consente ai proprietari di veicoli storici di ripristinare le targhe originali d’epoca sui propri mezzi e definisce ufficialmente le modalità operative per il rilascio della targa storica per auto, moto e macchine agricole di interesse collezionistico, ai sensi dell’articolo 93, comma 4 del Codice della Strada.
In particolare, il decreto si applica a:
● veicoli già immatricolati in Italia e radiati d’ufficio ai sensi dell’articolo 96 c.d.s.;
● veicoli radiati per esportazione ai sensi dell’articolo 103 c.d.s.;
● veicoli radiati per ritiro su area privata, ai sensi della previgente legislazione, su richiesta presentata per la prima volta entro il 26 aprile 2006;
● veicoli radiati per demolizione, ai sensi della previgente legislazione, prima del 30 giugno 1998, a esclusione di quelli per i quali siano stati erogati contributi statali alla rottamazione;
● veicoli immatricolati in Italia e mai dismessi dalla circolazione, per i quali venga richiesta una reimmatricolazione con targa storica;
● veicoli privi di targhe e di documenti di circolazione, né radiati né successivamente reimmatricolati in Italia.
Inoltre, la targa storica può essere rilasciata anche a:
● autoveicoli, motoveicoli e macchine agricole mai cessati dalla circolazione e ancora muniti di targa originale rilasciata in Italia, ma smarrita, distrutta o deteriorata (quindi una copia ufficiale a tutti gli effetti);
● autoveicoli importati da altri Paesi.
Come ottenere la targa storica
Il nuovo decreto stabilisce che i veicoli di interesse storico e collezionistico, per i quali è possibile richiedere il rilascio della targa storica con la grafica originaria, devono soddisfare i seguenti requisiti.
Iscrizione nei Registri Storici
● Essere iscritti in uno dei Registri Storici (ASI, FMI, Italiano FIAT, Italiano Alfa Romeo, Storico Lancia).
● Essere in possesso del certificato di rilevanza storica e collezionistica (CRS), rilasciato ai sensi dell’art. 4 del decreto ministeriale 17 dicembre 2009.
● In alternativa, essere in possesso di un attestato di storicità (ADS) rilasciato prima del 20 marzo 2010.
Presenza negli Archivi
La targa e il telaio devono essere presenti almeno in uno dei seguenti archivi:
● ANV (Archivio Nazionale dei Veicoli della Motorizzazione), verificabile tramite Visura Motorizzazione.
● Archivio PRA, verificabile tramite Visura PRA o Estratto cronologico PRA.
La targa storica può essere richiesta esclusivamente per veicoli già targati in Italia, con la targa di cui si desidera la riproduzione con la grafica originaria.
Nel caso in cui dai dati d’archivio risulti che al veicolo siano state assegnate diverse targhe nel corso del tempo, è possibile scegliere quale numero di targa storica riassegnare, a condizione che tale numero sia stato rilasciato almeno 20 anni prima.
Quali veicoli non possono beneficiare della targa storica?
In ogni caso, i seguenti veicoli non possono beneficiare della targa storica:
● Ciclomotori: sono esclusi dalla procedura.
● Veicoli radiati per demolizione dopo il 30 giugno 1998: non è possibile reimmatricolare veicoli demoliti a partire da questa data.
● Veicoli radiati con contributi statali alla rottamazione: tutti i veicoli radiati con la causale “CG – contributo governativo”, indipendentemente dalla data di radiazione, sono esclusi.
● Veicoli mai immatricolati in Italia: i veicoli non presenti negli archivi ANV (Archivio Nazionale dei Veicoli) e PRA (Pubblico Registro Automobilistico) perché mai immatricolati in Italia non possono ottenere la targa storica.
Questa legge rappresenta un importante passo avanti nella tutela e nella valorizzazione dei veicoli di interesse storico e collezionistico, e chiarisce i casi in cui è necessario presentare il CRS (Certificato di Rilevanza Storica), un documento obbligatorio per ottenere la targa storica in specifiche circostanze, anche se il veicolo ha più di 30 anni e potrebbe essere considerato di interesse storico e collezionistico.
Costi per la reimmatricolazione di auto storiche
La procedura di reimmatricolazione di un veicolo storico prevede i seguenti costi:
● Diritti MCTC: 10,20 euro.
● Marche da bollo: 64 euro (4 marche da bollo).
● Emolumenti PRA: 27 euro.
Il costo totale di queste voci ammonta a circa 100 euro.
A tale importo si aggiunge il costo di stampa e consegna della targa storica, che è di 549 euro per autoveicoli e di 274,50 euro per motoveicoli o mezzi agricoli storici.
È importante notare che questo è il costo “base” e non include eventuali spese aggiuntive, come ad esempio il costo del servizio di intermediazione se ci si avvale di un’agenzia di pratiche auto.
Appare evidente, alla luce degli innumerevoli passaggi burocratici, che a chi desidera reimmatricolare un’auto storica sia consigliabile rivolgersi a esperti del settore o associazioni specializzate per garantire un iter senza intoppi.
Auto Radiata: reimmatricolazione e normative
La reimmatricolazione consente di rimettere in circolazione anche veicoli che sono stati radiati dal Pubblico Registro Automobilistico (PRA), sia d’ufficio (ad esempio per mancato pagamento del bollo auto per tre anni consecutivi) che su richiesta del proprietario (ad esempio, per esportazione all’estero).
Non solo: il PRA, secondo la legge 53 del 28.2.1983, può procedere alla radiazione d’ufficio anche di autoveicoli in quanto auto storiche.
In tali casi è obbligatorio presentare il CRS per ottenere una nuova immatricolazione con la targa storica.
Per reimmatricolare un’auto demolita o radiata dal Pubblico Registro Automobilistico (PRA), è necessario, pertanto, che si verifichino le seguenti condizioni:
● Iscrizione nei registri storici: Il modello dell’auto deve essere iscrivibile all’ASI (Automotoclub Storico Italiano) o a uno dei registri storici equiparati.
● Efficienza del veicolo: L’auto deve essere in perfette condizioni di efficienza.
● Assenza di contributi statali: Non devono essere stati erogati contributi statali per la rottamazione del veicolo.
Procedura con targa esistente
Se l’auto conserva la targa, è necessario:
● Richiedere l’estratto cronologico al PRA per il collaudo che determinerà se il veicolo può essere nuovamente autorizzato alla circolazione.
● Produrre un’autocertificazione di proprietà del veicolo ed eseguire il collaudo.
● Presentarsi all’ufficio provinciale della Motorizzazione con un documento d’identità per ottenere la nuova targa e il libretto di circolazione.
● Entro 60 giorni, richiedere l’iscrizione al PRA tramite il modulo NP2/A.
Successivamente, il veicolo deve superare un collaudo presso la Motorizzazione.
Reiscrizione per mancato pagamento del bollo
Se il veicolo è stato radiato dal PRA per mancato pagamento delle tasse automobilistiche, è possibile chiedere la reiscrizione (senza reimmatricolazione) a condizione che si posseggano ancora le targhe e i documenti di circolazione originali.
È necessario pagare le tasse arretrate degli ultimi tre anni, maggiorate del 50%, come previsto dall’articolo 18, comma 1, della legge 27 dicembre 2002, n. 289.
È importante sottolineare che, ad eccezione dei veicoli radiati per mancato pagamento del bollo auto, la reimmatricolazione di veicoli radiati d’ufficio o per demolizione è possibile solo se questi sono iscritti in uno dei registri specifici per veicoli di interesse storico, come l’ASI (Automotoclub Storico Italiano).
Reimmatricolazione con targa deteriorata
La targa è un elemento identificativo fondamentale del veicolo, contenente i dati di immatricolazione necessari per risalire al proprietario.
Il Codice della Strada richiede che tutte le informazioni sulla targa siano chiaramente leggibili. In caso contrario, è prevista una sanzione amministrativa che varia da 42 a 173 euro.
Qualora la targa risulti deteriorata (cifre sbiadite o perdita della rifrangenza) o danneggiata (ad esempio, a seguito di un incidente), è necessario procedere con la reimmatricolazione del veicolo presso l’ufficio competente della Motorizzazione Civile.
La procedura di reimmatricolazione richiede la presentazione dei seguenti documenti:
● carta di circolazione del veicolo
● certificato di proprietà del veicolo
● vecchie targhe
● modulo DTT2119 (disponibile online o presso lo Sportello Telematico dell’Automobilista)
● modulo di richiesta di rinnovo iscrizione al Pubblico Registro Automobilistico (PRA)
Una volta completata la procedura, verranno rilasciate nuove targhe e quelle precedenti saranno annullate.
Reimmatricolazione auto storiche e radiate: conclusioni finali
La reimmatricolazione di un’auto storica rappresenta un percorso articolato che richiede attenzione e rispetto delle normative vigenti.
Il processo, infatti, varia in base allo stato giuridico del veicolo e alla documentazione disponibile, rendendo fondamentale l’iscrizione ai Registri Storici riconosciuti.
Grazie a questa iscrizione, il veicolo può ottenere il Certificato di Rilevanza Storica, documento imprescindibile per il riconoscimento ufficiale del suo valore storico e collezionistico.
Seguire un iter corretto e documentarsi adeguatamente consente di riportare su strada un pezzo di storia automobilistica, preservando il patrimonio culturale e meccanico del passato e garantendo la circolazione di veicoli di interesse storico in modo legale e sicuro.